Durante la mia esperienza di tirocinio presso lo studio di traduzioni di Patrizia, ho imparato cose nuove ed interessanti sul mondo della traduzione, che vorrei condividere brevemente qui con voi. In particolar modo mi soffermerò su uno tra i motivi, che a volte, spinge i clienti a mettere in discussione il lavoro dei traduttori.
Tuttavia, vorrei fare una premessa e ricordare come al giorno d’oggi le lingue straniere siano diventate una parte fondamentale della formazione culturale della maggior parte delle persone. Basti pensare all’inglese, parlato ormai da così tante persone da diventare una lingua franca per comunicare in tutto il mondo. Di conseguenza molte più persone rispetto al passato hanno o hanno avuto almeno un contatto diretto con una lingua straniera, studiandola o per esempio vivendo in un paese straniero dove questa viene parlata. Proprio per queste nuove capacità, molte persone, ed in questo caso i clienti, si sentono in diritto, chi in modo legittimo chi meno, di poter contestare il lavoro svolto dai traduttori.
Un mestiere, quello del traduttore, a cui ancora non viene riconosciuto il meritato valore. Un tecnico del linguaggio, che dietro i tecnicismi e la padronanza linguistica, cela un lato artistico non indifferente. Infatti, è compito del traduttore trasportare (appunto dalla radice della parola stessa) lo stesso significato e la stessa emozione di un testo in un’altra lingua e per renderlo possibile è fondamentale avere creatività e una profonda conoscenza delle due culture.
Fino a quando il mestiere del traduttore non verrà riconosciuto e valorizzato, per esempio creando un vero e proprio albo dei traduttori o limitando le tariffe irrisorie, le persone meno informate si sentiranno in diritto di metterlo in discussione.
Federica
Quando il traduttore viene contestato
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