Conoscere da vicino le dinamiche lavorative di uno studio di traduzioni e imparare a capire quanto sia complesso gestire un vasto network di traduttori è un’esperienza, a mio dire, in grado di aprire la mente in modo efficace all’affascinante mondo della traduzione, che, anche in questa fase delicata, non si ferma e non si deve fermare. Oggi più che mai, appare imprescindibile evitare ogni fraintendimento comunicativo per favorire la divulgazione delle notizie ufficiali e scongiurare la diffusione, in tutte le lingue del mondo, delle cosiddette fake news.
Durante questa esperienza ho potuto percepire quanto l’economia, nel senso generale del termine, sia stata colpita dall’emergenza coronavirus, con la chiusura più o meno prolungata di varie attività e, al tempo stesso, ho capito quanto sia necessario provare a rimettersi in carreggiata.
Lo Studio Traduzioni, per esempio, dall’ufficio o da remoto ha continuato le attività di traduzione, revisione, impaginazione e asseverazione, in tribunale o, con la chiusura di quest’ultimo, presso studi notarili. Grazie a una fitta schiera di traduttori specializzati in vari ambiti, risulta possibile tradurre un’ampia varietà di testi, quali brevetti, certificati o patenti, per citarne alcuni.
La mia esperienza presso lo Studio Traduzioni, insomma, mi ha permesso di capire che il mestiere del traduttore, messo a volte in discussione dai non esperti o contrastato dalla traduzione automatica, richiede creatività e sistematicità e, pertanto, un’indispensabile componente umana, la sola in grado di avvicinare un testo a un pubblico tramite la lingua, uno degli strumenti più potenti che abbiamo. Solo una valorizzazione del lavoro dei traduttori, a mio parere, ci permetterà di conoscere in modo più approfondito le culture, le economie e i sistemi giuridici delle altre nazioni e arrivare, di conseguenza, a costruire un mondo veramente globalizzato.
Chiara